Mediazione sociale

“La mediazione sociale è un processo di creazione e di riparazione del legame sociale e di regolazione dei conflitti della vita quotidiana, in cui un terzo imparziale e indipendente tenta, attraverso la riorganizzazione degli scambi tra le persone o le Istituzioni, di aiutarli a migliorare una relazione o a regolare un conflitto che li oppone” (Créteil – 2000)*.

La mediazione sociale si colloca tra le pratiche sociali che pongono al centro del proprio interesse le relazioni sociali, la cura dei legami sociali, la promozione del benessere sociale, il contrasto di fenomeni di chiusura e marginalità sociali.

È una pratica che si sviluppa a livello comunitario, nei quartieri, negli spazi pubblici, nei condomini, nelle strade, ed ha l’obiettivo di sostenere le risorse delle persone e dei gruppi, valorizzare e stimolare processi di riappropriazione dello spazio relazionale e urbano, del legame affettivo, solidale e comunitario, e rifondare comunità basate sull’inclusione e il reciproco riconoscimento.

“Per la vita di quartiere la mediazione può essere come l’olio che si mette nell’ingranaggio per facilitarne i rapporti interpersonali. Creare un luogo di mediazione non significa creare un luogo di assistenza in più in cui ciascuno potrà venire a rovesciare il proprio malessere.

Significa, invece, creare un luogo di apertura, di dialogo, di condivisione, di scambio in cui ognuno possa prendere in carico sè stesso, si apra alla possibilità di un’attenuazione e di una risoluzione dei propri problemi in un clima di solidarietà. La mediazione permette di superare lo spirito individualista, tipico della nostra epoca, per scoprire un’appartenenza attiva alla collettività”. (J. MORINEAU, 2000)

MEDIAZIONE DEL CONFLITTO

Le relazioni comunitarie si trasformano spesso in relazioni conflittuali e, talvolta, in veri e propri atti di violenza.

La Mediazione Sociale interviene nelle situazioni di conflitto che nascono nella sfera della socializzazione, dell’integrazione sociale e dello scambio culturale, conflitti di vicinato, di quartiere, familiari, scolastici, sul posto di lavoro, interculturali e ambientali.

La sfida diviene quindi quella di so-stare nelle relazioni umane, riconoscendo il conflitto come occasione di crescita, prendendone in carico le fonti e ricercandone le ragioni, per costruire percorsi di conoscenza reciproci.

La mediazione è un processo attraverso il quale due o più parti si rivolgono liberamente ad un terzo neutrale, il mediatore, per ridurre gli effetti indesiderabili di un grave conflitto.
La mediazione mira a ristabilire il dialogo tra le parti per poter raggiungere un obiettivo concreto: la realizzazione di un progetto di riorganizzazione delle relazioni che risulti il più possibile soddisfacente per tutti. L’obiettivo finale della mediazione si realizza una volta che le parti si siano creativamente riappropriate nell’interesse proprio e di tutti i soggetti coinvolti, della propria attiva e responsabile capacità decisionale.» (Stefano Castelli, 1996)
Evitare il conflitto, piuttosto che affrontarlo, può risultare ancora più grave.